Quando si attiva un contratto di fornitura di energia elettrica, gas o acqua, il fornitore richiede la comunicazione dei dati catastali dell’immobile. Questa operazione, resa obbligatoria dalla Legge Finanziaria del 2005 (legge 311 del 30.12.2004 – art. 1 comma 333), ha lo scopo di garantire trasparenza nel settore immobiliare e prevenire l’evasione fiscale.
Molti consumatori si trovano spiazzati da questa richiesta, soprattutto in fase di cambio fornitore o di attivazione di una nuova utenza. In questo articolo, ti spiegheremo tutto quello che devi sapere su questo obbligo, chi deve rispettarlo e come reperire i dati richiesti. Ma perché è necessario comunicare questi dati? Quali sono le conseguenze se non vengono forniti?
Cosa sono i dati catastali?
I dati catastali sono informazioni che identificano un immobile e ne determinano l’ubicazione all’interno del territorio comunale. Sono fondamentali per identificare correttamente il rapporto tra immobile e utenza, e comprendono:
- Sezione urbana: suddivisione interna del comune (presente solo in alcuni casi).
- Foglio: numero identificativo della porzione di territorio comunale
- Particella (o mappale): numero che identifica un immobile o un appezzamento di terreno all’interno del foglio catastale.
- Subalterno: numero che distingue una singola unità immobiliare all’interno di un fabbricato (ad esempio, un appartamento in un condominio).
Dove trovare questi dati? I dati catastali sono riportati nei seguenti documenti:
- Atto di acquisto dell’immobileContratto di locazione (obbligatorio dal 2010)
- Visura catastale rilasciata dall’Agenzia delle Entrate
- Denuncia IMU o dichiarazione dei redditi
- Denuncia di successione (se l’immobile è ereditato)
Se non hai accesso a questi documenti, puoi richiedere una visura catastale online sul sito dell’Agenzia delle Entrate o recarti presso l’Ufficio Provinciale del Territorio competente.
Perché è obbligatorio fornire i dati catastali?
L’obbligo di comunicazione dei dati catastali è stato introdotto con lo scopo di contrastare l’evasione fiscale nel settore immobiliare.
Ecco perché è così importante:
- Permette all’Agenzia delle Entrate di verificare la corrispondenza tra utenze e immobili, individuando eventuali anomalie.
- Evita l’uso improprio delle utenze su immobili non registrati correttamente.
- Favorisce maggiore trasparenza fiscale e tracciabilità dei consumi.
Attenzione: Anche se la mancata comunicazione non comporta l’annullamento del contratto di fornitura, il consumatore potrebbe essere soggetto a controlli fiscali e sanzioni in caso di irregolarità.
Chi deve comunicare i dati catastali?
L’obbligo di comunicazione dei dati catastali spetta a chiunque sottoscriva un contratto di fornitura di energia per un immobile, ovvero:
- Proprietari dell’immobile
- Usufruttuari
- Affittuari o comodatari (se attivano una nuova fornitura o modificano un contratto esistente)
- Titolari di altri diritti reali sull’immobile
In sostanza, chiunque stipuli un contratto di luce o gas per un immobile deve fornire i dati catastali al proprio fornitore. Questo vale sia per le nuove attivazioni, sia per i cambi di fornitore.
Quando e come fornire i dati catastali?
I dati catastali devono essere comunicati al momento della sottoscrizione di un nuovo contratto di fornitura o in caso di modifica di un contratto esistente (ad esempio, cambio di fornitore, voltura o subentro).
Modalità di comunicazione:
- Tramite il modulo contrattuale del nuovo fornitore, nella sezione dedicata ai dati catastali.
- Online, se il fornitore offre la possibilità di inserire i dati tramite il proprio sito web o area clienti.
- Telefonicamente o via email, inviando la documentazione richiesta al servizio clienti del fornitore.
Se non hai i dati catastali al momento della firma, potrai comunicarli successivamente, ma è consigliabile farlo tempestivamente per evitare problemi con la gestione della fornitura.
Cosa succede se non si comunicano i dati catastali?
Il contratto di fornitura non viene annullato, quindi l’energia non viene interrotta, tuttavia, la mancata comunicazione può comportare sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate da 103,00€ e fino a 2.065,00€.